killing field + + + + + (in vetrina)

conservare l’emozione.

preservare la conoscenza.

custodire per sempre ciò che ho provato.

ci sono mattine che sai già con certezza che farai qualcosa che ti cambierà la vita.

la mattina del 7 settembre sapevo che avrei preso uno scooter a noleggio e, dopo circa 20 minuti in un traffico paradossale e altri 15 in mezzo a campi allagati, sarei arrivato al killing field di phnom phen, la capitale della cambogia.

vedete (la mia presunzione e vanità mi fanno credere che possa usare il plurale), non avete idea di quanto siamo stati fortunati a nascere in italia. più viaggio per il mondo, più ne sono convinto.

in italia vedo persone che si lamentano della coda fuori da uffici e laboratori di analisi ancora chiusi perchè non ci sono i numeri da prendere (fuori, non dentro) o perchè alle 7:30 del mattino nessuno li fa entrare nell’edificio. persone che non sanno che l’italia è uno dei pochi stati sovrani al mondo (ce ne sono 196) dove la sanità pubblica, o è gratis, o richiede un contributo irrisorio.

vedo persone che si lamentano delle tasse del sistema universitario italiano, ma non sanno che un ragazzo statunitense dovrà caricarsi di debiti per almeno 200.000 dollari se vorrà laurearsi.

vedo persone che insultano altri esseri umani soltanto perchè hanno avuto l’ardire di arrivare in italia, dopo aver lasciato la propria nazione, magari in guerra, magari soggetta ad embarghi da stronzi opportunisti come trump, magari colpita da carestie e siccità o magari con un governo che limita e perseguita la libertà di espressione, o di religione, o di identità, o tutte quante.

ecco, visitare la cambogia serve per comprendere cosa successe tra il 1975 e il 1978, e cosa significhi vivere in un paese dove puoi ESSERE, puoi pensare e puoi parlare SOLO come impone il governo.

appassionato di storia, conoscevo già a grandi linee il governo del supremo leader pol pot. sapevo che aveva fatto uccidere ¼ (un quarto) dei suoi concittadini e questo mi bastò per eleggerlo il più grande sociopatico genocida della storia dell’umanità (sì, più di tutti gli altri hitler, stalin, mao, pinochet, macias nguema o dell’ancora vivente omar al-bashir, tanto per citare i primi che mi vengono in mente).

15 milioni di vittime dell’olocausto hitleriano, tra cui 5 milioni di ebrei, sono un’enormità e un abominio. ma 15 milioni su circa 450 milioni delle persone abitanti negli stati coinvolti dalla seconda guerra mondiale, fanno circa il 3%. in cambogia, in 3 anni, i morti sono stati il 25% dell’intera popolazione. tutti numeri approssimati, ma l’idea è chiara.

tra l’aprile del 1975 e il gennaio del 1979, in cambogia, 1 persona su 4 fu uccisa direttamente o indirettamente dai khmer rossi, e solo la statistica ha bisogno di sapere se furono 800.000 o 3.300.000 (i censimenti si facevano in pochi paesi al mondo).

quello che occorre sapere è che 1 persona su 4 fu uccisa.

la prossima volta che siete in un luogo pubblico, fate una prova: guardatevi intorno e mettete un segno di spunta immaginario su 5 persone ogni 20 che vedete. se fossero stati in cambogia tra il 1975 e il 1978, quei 5, sarebbero stati 5 morti.

morti uccisi.

e molti, moltissimi dei morti furono uccisi mediante esecuzioni all’arma bianca nelle decine di killing fields, campi della morte, allestiti in tutto il paese.

cosa significa arma bianca?

significa questo…

significa bastoni, spranghe, zappe, filo di ferro, martelli, asce che venivano calati sulla testa della vittima fino a quando ce n’era bisogno.

sparare costava troppo.

inoltre, forse solo in cambogia, anche gli alberi erano usati come armi bianche.

questo albero,

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veniva usato per schiantare le teste dei neonati, presi per i piedi e sbattuti sul tronco fino a quando il cranio era fracassato. neonati o bambini piccoli portati nel campo da madri che non sapevano di essere già morte, e che venivano uccisi semplicemente per pragmatismo e per evitare il rischio che, da grandi, potessero vendicare le loro mamme.

chi arrivava al killing field di phnom phen o uno qualsiasi degli altri sparsi per la cambogia, era già morto.

camminava ancora. respirava ancora. pensava ancora.

ma era già morto.

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molti di questi morti che camminavano arrivavano da prigioni come quella chiamata S-21, un’ex scuola di phnom phen convertita in centro di detenzione, interrogatorio e tortura. e, in questo caso, ci si può leggere una sorta di macabro sarcasmo, forse pianificato proprio dell’ex insegnante pol pot: trasformare un posto di cultura in un posto di tortura.

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la maggioranza delle persone uccise lo furono, semplicemente, perchè qualcuno le definì intellettuali, borghesi, capitalisti, nemici del popolo o della kampuchea (la nazione khmer). e, questo qualcuno non era sempre un agente della polizia segreta ma, spesso, era il vicino di casa: lo faceva, a volte per collaborazionismo imposto, a volte, semplicemente, perchè era geloso del suo vicino.

o gli era antipatico.

alcuni furono uccisi solo perchè portavano gli occhiali.

pol pot…

fu sostenuto dagli stati uniti sia durante la sua dittatura sia dopo che fu cacciato dalla cambogia dai vietnamiti: per gli u.s.a. pol pot rimase il legittimo presidente della cambogia fino a metà degli anni ’90.

c’era la guarra fredda, tutto era lecito.

e sì, paesi come gli stati uniti, l’australia, la francia, il belgio, la cina e, formalmente anche l’o.n.u., ancora dopo il peggiore genocidio del ‘900, continuarono ad appoggiare pol pot.

capire la storia, serve a questo.

serve per comprendere che i pazzi possono restare in sella ad un governo solo se sono appoggiati da qualche paese molto forte.

e i peggiori pazzi del ‘900 non sono stati sostenuti solo da russia e cina ma, spesso, anche dai liberali e democratici stati uniti, dalla fraterna francia, dalla rispettabile gran bretagna, dal simpatico belgio e dall’esotico giappone. e sostenuti, in questo caso, vuol dire anche, semplicemente, girarsi dall’altra parte.

e l’italia?

l’italia vende armi a paesi che fanno guerre a popolazioni e nazioni che poi generano profughi che vengono in italia per essere insultati dai sovranisti, i nuovi nazisti (al momento solo light).

e questa, non è un’iperbole.

è quello che succede veramente.

il saperlo, conoscendo un po’ di storia, serve ad essere solo un po’ obiettivo.

un po’ come dire che i negri portano via il lavoro…nei campi, negli allevamenti, nelle cromerie, nelle industrie metallurgiche…tutti posti dove i giovani italiani fanno la coda per andare a lavorare.

le vedete, vero, le code di giovani italiani fuori dalle cromerie?

sapere cosa può succedere in una nazione governata con totalitarismo, sia esso di destra o di sinistra, ti rende più consapevole di cosa si rischia con politici e governanti che esprimono concetti del tipo…

io sò io, e voi non siete un cazzo

p.s.

sono passati quasi 3 mesi dal mio ultimo post. un blogger che si rispetti, un lasso di tempo così lungo, non dovrebbe mai farlo passare.

ma io non sono un blogger che si rispetti.

scrivo perchè mi piace e perchè mi serve e, purtroppo, scrivo solo quando mi accorgo di riuscire a mettere in fila 20 parole.

la cambogia è soprattutto Angkor, il sito archeologico più impressionante al mondo (non scherzo…e qualcosa, del mondo, l’ho già vista).

ma diventare consapevoli dell’esistenza di esseri umani come pol pot e della sua gestione politica da parte dei grandi paesi democratici mi ha privato, fino ad oggi, di tutte quelle 20 parole.

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